Non solo di partiti politici in senso stretto si discute, ma di un disegno più ampio, che coniuga riflessione filosofica e azione, cercando di non deviare mai dai binari della coerenza e della giustizia. “Dobbiamo […] riconoscere qual è il criterio del bene – che non può essere che la verità, la giustizia e, in secondo luogo, la pubblica utilità”. Così esordisce la riflessione della Weil nel primo saggio presentato in questo volumetto, saggio ispirato fondamentalmente al pensiero di Rousseau, particolarmente per quanto riguarda i concetti di contratto sociale e di volontà generale. Ma i partiti sono mezzi per raggiungere il bene o semplicemente macchine che lavorano innanzitutto per sé, per raggiungere il più ampio consenso? Movimento di pensiero, profondità di azione, in questa disamina dei partiti e delle loro caratteristiche, sono ben lontani da ogni sospetto di quel populismo e di quel qualunquismo che tante volte inquinano la discussione politica odierna. I bisogni vitali ed essenziali dell’uomo, descritti e analizzati nel secondo saggio, dovrebbero essere la preoccupazione prima di ogni governo e l’obiettivo di ogni suo piano d’azione. Ordine, libertà, obbedienza, responsabilità, uguaglianza, gerarchia, onore, punizione, libertà di opinione, sicurezza, rischio, proprietà privata e collettiva, verità sono secondo la Weil ‒ che qui li analizza ad uno ad uno ‒ tutti elementi essenziali per una vita che possa definirsi pienamente e totalmente umana. Solo quando il rispetto della legge scaturisce dal consenso comune si può realizzare una società giusta, rispettosa dell’essere umano: “Lo spirito di giustizia non è altro che il fiore supremo e perfetto della follia d’amore. La follia d’amore trasforma la compassione in un movente ben più potente della grandezza, della gloria, e perfino dell’onore, per ogni tipo di azione”, afferma Simone con un ardore che sfiora il misticismo. Ugualmente, nelle Idee per una nuova costituzione il ragionamento è sostenuto, per non dire infiammato, da un fervore profondo, religioso e interiore, che ambisce a divenire universale, a descrivere un ordine superiore alla ragione umana…

Vengono qui riproposti quattro saggi brevi scritti dalla Weil nel 1943, anno della sua morte, con l’intento di riflettere e di contribuire alla ricostruzione di un nuovo ordine politico e sociale nella Francia postbellica. I titoli sono: Sull’abolizione dei partiti politiciI bisogni dell’animaLottiamo per la giustizia?Idee essenziali per una nuova costituzione. Simone Weil, nata a Parigi nel 1909 da una famiglia ebrea, morì a Londra appunto nel 1943. Nella sua vita breve e intensa sperimentò l’insegnamento, il lavoro in fabbrica, la conversione al cristianesimo, la partecipazione alla guerra civile di Spagna a fianco degli anarchici della Colonia Durruti. La Lettera a George Bernanos, che chiude il libro, fa riferimento ad alcune esperienze vissute proprio durante l‘esperienza spagnola e venne pubblicata per la prima volta nella rivista “Témoins” per volontà di Albert Camus. E anche questo fatto la dice lunga sul valore e la profondità del pensiero di Simone Weil.

Eleonora Bellini

 

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